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12 Marzo 2021Evento BARRY SEARS A FOGGIA
12 Marzo 2021Questo è quanto emerso dall’esperienza dei medici cinesi, sul campo, i primi a evidenziare che nell’evoluzione di questa malattia anche il microbiota intestinale gioca un ruolo rilevante.
Cosi apre l’editoriale…
Di fatti i sintomi respiratori (tosse secca, difficoltà respiratoria), accompagnati da febbre, sono quelli più comuni del Coronavirus, nonostante l’infezione non sia localizzata solamente nell’apparato respiratorio.
Uno studio ha infatti dimostrato che il 50% dei pazienti presi in oggetto ha manifestato sintomi come nausea, diarrea, vomito, dolore addominale.
Inoltre, l’RNA SARS-CoV-2 è stato rilevato anche in campioni di feci, suscitando il sospetto che il tratto gastrointestinale sia un sito aggiuntivo di replicazione virale.
I ricercatori hanno scoperto che i microrganismi intestinali nei pazienti COVID erano molto diversi da quelli negli individui non infetti.
“Ai pazienti COVID mancano alcuni batteri buoni noti per regolare il nostro sistema immunitario”, ha detto il dott. Siew Ng dell’Università cinese di Hong Kong.
La presenza di un assortimento anormale di batteri intestinali, o “disbiosi”, persiste dopo che il virus è scomparso e potrebbe svolgere un ruolo nei sintomi di lunga durata che affliggono alcuni pazienti, ha detto.
Il suo team ha sviluppato una formula orale di batteri vivi noti come probiotici e una capsula speciale per proteggere gli organismi fino a quando non raggiungono l’intestino.
Questo perchè la composizione del microbioma intestinale è stata significativamente alterata nei pazienti con COVID-19 rispetto agli individui non COVID-19 indipendentemente dal fatto che i pazienti avessero ricevuto farmaci e che questa composizione perturbata ha mostrato di aumentare la gravità della malattia in concomitanza con concentrazioni elevate di citochine infiammatorie e marcatori del sangue come la proteina C reattiva, lattato deidrogenasi, aspartato aminotransferasi e gamma-glutamil transferasi.
Questo è un segnale devastante, che ci spinge con ancora maggior attenzione a comprendere quanto sia importante per la nostra salute, mantenere un buon microbiota mediante una buona alimentazione ed una corretta integrazione e ci aiuta a capire che è necessario utilizzare un gruppo specifico di probiotici per favorire l’eliminazione dei sintomi negativi che persistono dopo l’infezione.
Una evidenza scientifica che accompagna le innumerevoli e già conosciute implicazioni del microbiota intestinale nella modulazione del sistema immunitario e in malattie come l’IBD, il diabete di tipo 2, la depressione, malattie cardiovascolari.
Un aspetto troppo spesso trascurato, ma che incide in modo rilevante sulla protezione e sulla evoluzione della patologia legata alla infezione da COVID.
Come vedete abbiamo diverse armi a nostra disposizione per proteggerci e proteggere chi ci sta intorno ed oltre ai ripetuti richiami all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale, all’igienizzazione, “all’isolamento”, abbiamo il dovere di comprendere che è fondamentale proteggere ed aiutare il nostro “sistema immunitario” con una alimentazione sana e una corretta integrazione.
Per questo consiglio fortemente una miscela di probiotici a base di lactobacilli e bifidobatteri in prevenzione e nei pazienti affetti da covid e nel caso di terapia antibiotica l’aggiunta dell’utilizzo di saccharomyces boulardii.
Quindi non vi resta che agire, proteggetevi e proteggete chi vi sta intorno, perchè la salute è il bene più prezioso che abbiamo.